L’Assegno di Inclusione si può utilizzare per determinate spese. Il percettore che commette un errore rischia di perdere il diritto alla misura.
Dal 1° gennaio 2024 l’Assegno di Inclusione è il sussidio erogato alle famiglie in condizione economiche precarie. Sono passati quasi due anni ma ci sono dettagli della prestazione che rimangono oscuri ad alcuni percettore. Un grave sbaglio, si rischia di perdere il diritto ai versamenti mensili.
La Legge di Bilancio 2026 contiene la proroga all’Assegno di Inclusione ma apporta modifiche importanti al sussidio. Nell’articolo 38 è contenuta una semplificazione del rinnovo del beneficio che potrà essere richiesto senza dover attendere il mese di sospensione come oggi previsto. Inoltre sarà rafforzata la dotazione finanziaria dei prossimi anni al fine di garantirne la continuità. Insomma, la misura è diventata strutturale e più pratica.
Nel frattempo aumenteranno i controlli per stanare i furbetti ossia i percettori che lavorano in nero e non avrebbero alcun diritto a percepire il sussidio economico. Una situazione inaccettabile e da gennaio 2026 ci sarà una stretta molto dura. Chi verrà beccato non solo perderà il lavoro in nero e non avrà più l’AdI ma dovrà restituire le somme percepite illegittimamente. E ci saranno conseguenze pure per il datore di lavoro. A far perdere il diritto all’Assegno di Inclusione anche l’uso dello stesso per spese non ammesse.
L’Assegno di Inclusione vale 6.500 euro l’anno. L’importo può arrivare a 8.190 euro se nel nucleo familiare ci sono disabili gravi o persone sole anziane. In caso di affitto è previsto un contributo di 3.640 euro l’anno a condizione che il contratto sia regolarmente registrato e l’immobile sia di residenza.
I soldi dell’AdI si possono usare per acquistare beni di prima necessità come farmaci, generi alimentari, prodotti per la pulizia e l’igiene personale. Possono essere spesi per pagare le utenze domestiche, il mutuo o l’affitto. È assolutamente vietato, invece, usare l’importo erogato sulla Carta ADI per pagare le spese condominiali. Attualmente queste spese non sono coperte dal sussidio perché non menzionate dalla normativa tra quelle ammesse.
Il percettore AdI non può eseguire un bonifico al condominio, sono ammessi trasferimenti di denaro solo alla banca in caso di mutuo e al proprietario dell’abitazione in caso di affitto. Eppure le spese condominiali rappresentano un’uscita notevole per le famiglie e potrebbe accadere che in un futuro vengano considerate ammissibili.
Al momento, però, i soldi vanno usati in altro modo in attesa di aggiornamenti ufficiali. L’assenza di questa spesa richiede, in conclusione, una diversa pianificazione del bilancio familiare. Tra le spese non ammesse anche quelle per tabacco, alcol, gioco d’azzardo, servizi finanziari, assicurativi, gioielli e le spese online.
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